Nella chiesa di San Cleto, antesignana dell’attuale chiesa del Purgatorio, operava almeno dal cinquecento, una confraternita intitolata al primo vescovo della Diocesi di Ruvo e terzo papa. Scarsissime sono però le informazioni pervenuteci.
La prova certa della sua esistenza a metà cinquecento è data dal polittico della Madonna con il Bambino tra i Santi Cleto e Biagio, simbolo del culto dell’antica confraternita. Sul pannello centrale, ai piedi della Vergine, sono raffigurati i confratelli di San Cleto, incappucciati, che reggono le insegne del sodalizio: una croce e lo stendardo con l’effige del santo titolare. Nel riquadro in basso vi è una iscrizione latina che ci informa che i confratelli di San Cleto fecero realizzare questa opera nell’anno 1537 dal pittore bizantineggiante ZT.
Per gli anni successivi la presenza della confraternita è attestata dalle relazioni ad limina dei Vescovi che si successero alla sede episcopale rubastina.
Nel 1595 mons. Gaspare Pasquali definì la confraternita “povera“, insieme a quella di San Rocco mentre nella relazione del 1607 è annotato il sacco di tela bianco indossato dai confratelli uguale, quindi, a quello rappresentato nel polittico.
Nella successiva relatio del 1689 la confraternita di San Cleto non è più citata mentre viene annotato per la prima volta la presenza, nella chiesa di San Cleto, della Confraternita delle Anime del Purgatorio.
Un manoscritto del 1729 riporta alcune note sulla fondazione della confraternita delle Anime del Purgatorio o della Madonna del Suffragio. Nella metà del seicento una folta schiera di cittadini ruvesi si erano già da molti anni in qua (…) congregati osservando le regole di confraternita. Gli stessi con istanza del 12 agosto 1678 supplicavano il Vescovo di Ruvo mons. Galesio di erigere canonicamente la Confraternita stabilendone regole e statuti.
Grazie all’opera di uno zelante ecclesiastico, don Francesco Paolo Pellicani, fu possibile la fondazione della Confraternita di Maria SS. del Suffragio. Ciò avvenne con rescritto del 27 Agosto 1678 che istituiva nella Chiesa del Purgatorio la Confraternita del Purgatorio sotto il titolo di Maria Vergine del Suffragio, proclamando quindi la Madonna titolare e protettrice del sodalizio. Sull’altare maggiore (privilegiatum) della chiesa fu posta la tela della Vergine del Suffragio, tra i Santi Anna, Filippo Neri, Teresa d’Avilla e con sotto le Anime del Purgatorio, commissionata al napoletano Carlo Plantamura nel 1643.
Lo stesso anno della fondazione, l’8 dicembre, il vescovo Galesio aggregò la confraternita ruvese con l’Arciconfraternita romana del Suffragio, mentre con editto del 12 marzo 1679 esortò uomini e donne a far parte della confraternita per lucrare le indulgenze concesse dal pontefice in seguito all’aggregazione.
Ebbe particolare attenzione per la Confraternita anche il successore di Galesio, mons. Giannone Alitto che con decreto del 3 febbraio 1684 aggregò il Capitolo diocesano esentando dal Coro gli ecclesiastici che contemporaneamente fossero stati impegnati nelle funzioni nella chiesa del Purgatorio. Lo stesso Vescovo Alitto controfirmò anche le Regole della Confraternita che prevedevano, tra l’altro, che ogni domenica i confratelli, vestiti di sacco, debbano assistere all’Oratorio all’esposizione solenne del Santissimo e cantare l’Ufficio dei Morti per i confratelli e consorelle defunti. Nel 1702 le regole vennero riformate per disciplinare maggiormente l’osservanza delle stesse.
Nel 1766 le Regole vennero riformate e munite del Regio Assenso di re Ferdinando IV: interessante notare la rottura tra laici e religiosi all’interno delle congrega. Se prima il Rettore reggeva la confraternita amministrativamente e spiritualmente, con la riforma il Rettore prese il nome di Padre Spirituale e si occupava solo degli Esercizi Spirituali, mentre il Priore, un laico coadiuvato da due Assistenti, si occupava della parte amministrativa.